Saturday 31 March 2012

Repubblica: Uruguayano sposato con italiano ottiene permesso di soggiorno

http://www.repubblica.it/cronaca/2012/03/26/news/permesso_soggiorno_uruguayano_sposato_italiano-32223979/?ref=HREC1-11

REGGIO EMILIA


Il documento emesso dopo che il tribunale ha accolto il ricorso della coppia gay, sposatasi in Spagna, assistita dall'associazione radicale Certi diritti. Non è riconosciuto il matrimonio, ma il diritto ad avere una vita familiare in Italia, richiamandosi a precedenti pronunce della Cassazione e della Corte costituzionale: e' la prima volta 

REGGIO EMILIA - Un giovane uruguayano sposato con un cittadino italiano ha ottenuto un permesso di soggiorno nel nostro Paese dopo aver presentato un ricorso al tribunale di Reggio Emilia, che lo ha accolto: una sentenza importante, perché è la prima che in Italia viene rilasciato un documento ufficiale che dà efficacia al riconoscimento dello status famigliare delle coppie omosessuali, rileva l'associazione radicale "Certi Diritti1", che ha sostenuto il ricorso della coppia gay.

Il permesso di soggiorno è stato rilasciato dalla questura di Reggio Emilia che in un primo momento aveva respinto la richiesta del giovane, di nome Rafael, che ha sposato in Spagna un cittadino italiano, poiché in Italia il loro matrimonio non è riconosciuto. Nel ricorso presentato successivamente, pur non richiedendo la trascrizione del matrimonio, materia che con il diritto di famiglia viene lasciata alla competenza esclusiva di ogni stato membro dell'Uunione europea, si chiedeva l'applicazione delle norme che regolamentano la libera circolazione dei cittadini europei e dei loro famigliari. Queste normative europee, ratificate dall'Italia, devono essere applicate anche nel nostro Paese.

Nel ricorso, presentato dall'avvocato Giulia Perin e concordato con il Direttivo di Certi Diritti, non si è chiesto quindi il riconoscimento del matrimonio spagnolo ma il diritto per i coniugi, sebbene non riconosciuti, ad avere una vita famigliare in Italia, tesi accolta dal
Giudice Tanasi, con una sentenza 2giunta il 13 febbraio 2012.

Il tribunale ha quindi accolto il ricorso ai sensi del d. Lgs. 30/2007, legge che dà attuazione alla direttiva 2004/38/ce, sul riconoscimento del diritto di soggiorno ai familiari (anche stranieri) dei cittadini dell'Unione europea. Nel ricorso si era fatto riferimento alla  sentenza n. 1328/2011 della corte di Cassazione che afferma: a) la nozione di "coniuge" prevista dall'art. 2 D.Lgs. N. 30/2007 deve essere determinata alla luce dell'ordinamento straniero in cui il vincolo matrimoniale è stato contratto e che b) lo straniero che abbia contratto in Spagna un matrimonio con un cittadino dell'Unione dello stesso sesso deve essere qualificato quale "familiare", ai fini del diritto al soggiorno in Italia.

La sentenza si è richiamata alla sentenza della corte costituzionale n. 138 del 2010 che afferma, tra l'altro, che all'unione omosessuale, "intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso", spetta "il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia" e che il "diritto all'unità della famiglia che si esprime nella garanzia della convivenza del nucleo familiare costituisce espressione di un diritto fondamentale della persona umana".

Per Anna Paola Concia, la sentenza del tribunale di Reggio Emilia manda un segnale chiaro alla politica.  E' ormai evidente che la magistratura italiana è chiamata, suo malgrado, a riempire un vuoto normativo", dice la deputata del Pd "che ormai risulta inaccettabile per un Paese che vuole stare dentro l'Europa. Le coppie omosessuali hanno dei diritti che devono essere garantiti e tutelati. Adesso è il tempo del Parlamento italiano, che ha il dovere di fare una buona legge, non più rinviabile, ristabilendo così l'equilibrio; in una democrazia il Parlamento fa le leggi e i giudici le applicano".

"Il ricongiungimento familiare e la libera circolazione delle persone sono pilastri fondamentali del processo di integrazione europea - conclude Concia - e il governo Monti deve dar prova di credere fino in fondo nell'Europa, perché non si può essere europeisti sui temi dell'agenda economica e non esserlo quando si parla di leggi di civiltà".

(26 marzo 2012)
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